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BATISTA, PINOCHET, VIDELA, MICHELETTI, GUAIDO’, CASTELO BRANCO, PEREZ JIMENEZ, SOMOZA….. SANTI SUBITO

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Mattarella traccia il solco

I nomi nel titolo sono solo un campione della serie di dittatori che gli Usa, a partire da Truman, fino a Nixon-Kissinger, Obama-Hillary, Trump-pence-Bolton-Pompeo, ricorrendo a colpi di Stato e massacri, hanno inflitto all’America latina negli ultimi cinquant’anni, nello specifico a Cile, Argentina, Honduras, Trump. All’umanità latinoamericana alla ricerca di giustizia, libertà, dignità, benessere, sono costati carcere, tortura, devastazioni sociali, persecuzioni, degrado, fame, centinaia di migliaia di morti. La tecnica è uno stereotipo che ha avuto la sua più efficace ripetizione in Venezuela: si infliggono sanzioni, si promuovono sabotaggi economico-sociali, si distrugge sorosianamente la valuta nazionale, se ne ottiene una catastrofe umanitaria e se ne dà la colpa al "dittatore", inetto, ladro e criminale.

Un Santo Subito, Woytila, canonizzato dall’attuale pontefice, aveva espresso l’adesione della Chiesa a quanto successo in Cile nel 1973, presentandosi sul balcone della Moneda mano in mano con Pinochet. Una frequentazione armoniosa confermata da Bergoglio anche al tempo della sua convivenza con la dittatura argentina dei trentamila desaparidos e, oggi, dall’appassionato appoggio della Chiesa venezuelana al golpista Guaidò.

Mentre Germania, Regno Unito, Francia, Spagna, Austria e Olanda, nel solito servo encomio a Washington, hanno riconosciuto l’autoproclamato presidente di un’assemblea parlamentare illegittima, per aver rifiutato di allontanare tre deputati eletti con metodi mafiosi e voto di scambio, tutto ciò che si colloca fuori dalla sedicente “comunità internazionale”, leggi Nato, ha rifiutato tale riconoscimento, o ha sospeso la decisione. Voce fuori dal coro degli eterni colonizzati, anche quella dei 5 Stelle in Italia, per quanto inquinata dall’ambiguità della mancata distinzione tra un golpista eterodiretto e un presidente eletto democraticamente e rispettoso dell’ opposizione, sebbene ripetutamente eversiva e terrorista. 5 Stelle che hanno correttamente espresso il rifiuto alle manifeste interferenze esterne di uno Stato che, dall’inizio della sua storia, non ha mai smesso di interferire  in altri Stati tramite interventi bellici, economici (sanzioni), colpi di Stato.

A questa deviazione dalla ortodossia imperiale ha posto immediato rimedio il Capo dello Stato. Muovendosi sul tappeto rosso del suo elevato ruolo istituzionale, con le frange d’oro tessute da un’accondiscendenza-benevolenza-deferenza condivisa da tutte le forze politiche (quanto meno dai loro dirigenti) e dai media unificati, senza arcaiche distinzioni tra destra e sinistra, consapevole di muoversi in sintonia con gli azionisti di maggioranza, d’Oltretevere e d’Oltreoceano, del nostro Stato, Sergio Mattarella esige chiarezza dal Governo italiano sulla crisi politica in Venezuela, nel rispetto della linea condivisa in ambito europeo e atlantico. 

La sua dichiarazione è stata accolta e riprodotta a reti ed edicole unificate, con l’entusiasmo purissimo di chi qualifica  dittatore un presidente eletto nella 25esima elezioni in vent’anni, di cui 23 vinte dal  movimento bolivariano e due perse e riconosciute immediatamente come tali. Elezioni monitorate da osservatori ed esperti internazionali,  compresi quelli statunitensi dell’ex-presidente Carter, riconosciute tra le più corrette del mondo, ma definite “irregolari” e “manipolate”, al momento della comparsa di Juan Guaidò. Dittatore Maduro, ricordo “en passant”, in un paese dove le maggiori televisioni e i più importanti organi di stampa, legati a organizzazioni editoriali multinazionali, come Rete Globo o la CNN spagnola, sono ferocemente all’opposizione e non hanno mai subito restrizioni alla loro propaganda.

Ma ecco il verdetto su chi è il bene e chi il male in Venezuela,  espresso dall'Alto Colle, in sintonia con l'altro Alto Soglio. Mi astengo da commenti: aleggia, su chi osa, l’accusa di vilipendio al Capo dello Stato. In Venezuela non succede. Per accertarvene basta che  seguita un servizio CNN sul “dittatore”, o compriate una copia di El Nacional, o di El Universal, come dire in Italia La Repubblica, o il Corriere della Sera, e poi fatevi dire che censure abbiano subito.

 Tra Venezuela e Italia il legame è strettissimo, questa condizione ci richiede senso di responsabilità e linea condivisa con partner europei. E nella scelta non vi può essere né incertezza né esitazione. Non ci può essere incertezza né esitazione: la scelta tra la volontà popolare e richiesta di autentica democrazia da un lato e dall'altro la violenza della forza".


Né incertezza, né esitazione… Deve aver avuto ragione Woytila.



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